Per ottenere una stanza in più senza cambiare casa, la soluzione migliore è recuperare spazi inutilizzati come il sottotetto o realizzare un soppalco. Costa meno rispetto ad acquistare un nuovo immobile più grande e consente inoltre di aggiungere valore alla propria casa. Ma i vantaggi sono anche molti altri.
Gli ultimi Governi e amministazioni regionali, per contrastare il consumo di nuovo suolo, hanno incentivato il recupero di sottotetti varando Piani Casa regionali che permettono anche aumenti della volumetria. Inoltre alcune amministrazioni regionali e comunali hanno varato apposite leggi per il recupero dei sottotetti.
Recuperare sottotetti o realizzare soppalchi presenta vantaggi anche dal punto di vista urbanistico: consente di non consumare nuovo suolo ed evita la realizzazione di nuove opere di urbanizzazione primaria come fognature, rete idrica, rete elettrica.
Per trasformare un sottotetto non abitabile in una mansarda ad uso abitativo bisogna cambiare la destinazione d’uso dei locali, e quindi si deve presentare un progetto al Comune di residenza al quale chiedere anche le autorizzazioni. All’ufficio tecnico del proprio Comune ci si deve inoltre informare sulle altezze minime degli ambienti abitabili e il rapporto aero-illuminante stabilito dalle norme igienico sanitarie, tali regole vanno ovviamente rispettate.
Le norme nazionali prevedono delle linee guida: l’altezza minima dal pavimento al soffitto dev’essere di 2,70 metri per gli ambienti vivibili, di 2,4 metri per i locali di servizio, come bagni, corridoi, e solo gli armadi o i ripostigli possono avere altezze inferiori. Nei comuni montani al di sopra dei 1.000 metri però può essere consentita, a causa delle particolari condizioni climatiche e delle tipologie costruttive locali, una deroga alle altezze minime nazionali fino ad arrivare a 2,55 metri per ambienti abitabili. Se però il vostro sottotetto ha altezze inferiori non demordete:
le differenti leggi regionali per il recupero dei sottotetti spesso prevedono altezze più basse rispetto ai limiti nazionali, e non solo nei comuni montani e nelle città.
Generalmente per non incorrere in errori è consigliabile rivolgersi ad un tecnico qualificato per il calcolo delle altezze e rapporto aero-illuminante, per essere sicuri che il recupero rispetti le norme stabilite dalla Regione e dal regolamento edilizio del proprio Comune.
Per quanto riguarda la corretta illuminazione e il giusto riciclo d’aria, il DM 5 luglio 1975 ha stabilito che “per ciascun locale d’abitazione, l’ampiezza della finestra deve essere proporzionata in modo da assicurare un valore di fattore di luce diurna medio non inferiore al 2% e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento”.
Per migliorare la luminosità della mansarda, e rispettare il giusto rapporto aero-illuminante richiesto dalle leggi regionali e comunali, si possono inserire delle finestre per tetti, che favorendo l’entrata di luce zenitale, raddoppiano l’apporto luminoso rispetto ad una normale finestra.
Le finestre per tetti hanno il vantaggio di poter sfruttare totalmente la posizione di “ultimo piano” e la luce proveniente dall’alto; inoltre non dipendono dall’orientamento dell’edificio e perciò la luce risulta essere costante durante tutta la giornata.
Per l’apertura di nuove finestre per tetti bisogna richiedere al proprio Comune il Permesso di Costruire o in alcuni casi la SCIA se comporta modifiche strutturali.
La semplice sostituzione dei serramenti con altri di pari misura, sagoma e colore non richiede alcuna autorizzazione rientrando nella manutenzione ordinaria (edilizia libera). La trasformazione di finestre in porte finestre e viceversa richiede, nella maggior parte dei Comuni, una Comunicazione Inizio Lavori (CIL) mentre per la sostituzione di lucernari esistenti con altri diversi per forma e dimensione è necessaria la SCIA.