I proprietari di questo edificio, gli architetti Valeria Federighi e Walter Patella dello studio Wworks, ci hanno raccontato come hanno trasformato una vecchia officina in un’abitazione moderna ed essenziale, arricchita da elementi naturali.
“Questo progetto insegue il desiderio di avere una casa di campagna in città. Siamo entrambi architetti, e progettiamo e realizziamo strutture in legno: a uno piace il silenzio e la vegetazione, all’altra la frenesia e la varietà della città.
Dopo una decina d’anni in un piccolo appartamento nel pieno del centro storico di Torino, abbiamo trovato un compromesso che accontentasse entrambi in uno dei tanti cortili interni torinesi.
Una ex officina in abbandono, affittata fino a pochi anni prima ma che con ogni probabilità non avrebbe più ospitato alcuna attività tradizionalmente produttiva, è diventata il nostro sito di progetto.
Fin da subito siamo stati attratti dalla sensazione di apertura e luminosità data dalle dimensioni dell’isolato particolarmente ampio e dall’esposizione a sud della facciata principale. I proprietari
L’officina era un unico ambiente con pianta a ferro di cavallo, completa di cortile privato e tettoia esterna; un gigantesco tasso sembrava lì apposta per schermarci dagli unici vicini troppo vicini, e ammiccava spudoratamente a una futura casa sull’albero – che non vediamo l’ora di mettere in cantiere.
Abbiamo diviso la superficie disponibile fra abitazione e un piccolo laboratorio per i nostri esperimenti legnosi: i due sono separati e connessi da un pozzo di luce che abbiamo aperto nel solaio di copertura ottenendo così una piccola corte interna piantumata a bambù.
5 finestre per tetti affiancate e inclinate illuminano la zona giorno. Anche in camera da letto e in bagno sono state inserite delle finestre per tetti piani.
Davanti alla facciata principale, invece, cinque betulle bianche compongono un piccolo boschetto privato. Il corpo dell’edificio è piuttosto profondo, e confinante sui lati esterni con altre proprietà: è stato chiaro fin da subito che avremmo dovuto sfruttare al meglio la copertura per illuminare gli ambienti.
La vecchia officina aveva vari grandi lucernari a sezione triangolare, che abbiamo sostituito con finestre VELUX più performanti e inclinate verso est che ci permettono di essere sempre a contatto con la natura: la luna, gli aceri che abbiamo piantato dentro grossi vasi di legno sulla copertura piana, gli aerei che passano proprio sopra la nostra testa, in dirittura di arrivo a Caselle.”
Progetto strutturale: Aveng Engineering – Francesco Velardo e Andrea Tripodi
Progetto del verde: Suingiardino – Veronica Buratto e Nicolò Scacchi