Il disegno di legge sul consumo di suolo presentato dalle Commissioni Ambiente e Agricoltura della Camera punta tutto sulla riqualificazione e sul riuso del patrimonio edilizio esistente, prevede un piano per le periferie, la lotta all’abusivismo edilizio e un freno alle nuove costruzioni, facendo salvi i permessi già rilasciati.
Quando entrerà in vigore questa nuova legge sul consumo di suolo e fino all’adozione di un decreto ad hoc da parte del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, per un periodo che comunque non potrà essere superiore a tre anni, il consumo di suolo sarà possibile solo per i lavori e le opere inseriti negli strumenti di programmazione delle amministrazioni aggiudicatrici e per le opere considerate prioritarie dalla Legge obiettivo. In seguito non potrà essere superiore al 50% della media di consumo di suolo di ciascuna Regione nei cinque anni precedenti. Per evitare contenziosi sono stati esclusi i procedimenti in corso. Ciò significa che chi ha ottenuto un titolo abilitativo prima dell’entrata in vigore della nuova legge potrà costruire sul suolo inedificato.
I proventi derivanti dal pagamento degli oneri di urbanizzazione o dalle sanzioni per gli interventi eseguiti in difformità dal titolo abilitativo dovranno essere utilizzati esclusivamente per la riqualificazione. Fino ad ora, la Legge 244/2007 ha consentito ai Comuni di destinare il 50% di queste risorse al pagamento delle spese correnti. Con la nuova norma i fondi dovranno essere utilizzati interamente per:
- opere di urbanizzazione primaria e secondaria
- risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici
- interventi di riuso e di rigenerazione
- demolizione di costruzioni abusive
- realizzazione di aree verdi
- interventi di tutela e riqualificazione dell’ambiente e del paesaggio
- prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e sismico
- tutela e riqualificazione del patrimonio rurale pubblico
- interventi per favorire l’insediamento di attività di agricoltura in ambito urbano attuati dai soggetti pubblici.
Entro nove mesi dall’entrata in vigore della legge sul consumo di suolo, il Governo adotterà uno o più decreti legislativi contenenti procedure semplificate per la rigenerazione della aree urbane periferiche degradate da un punto di vista urbanistico, socioeconomico e ambientale. I processi di riqualificazione punteranno sul riuso di edifici e spazi pubblici attraverso la demolizione e ricostruzione e la sostituzione degli immobili esistenti, cui seguirà la creazione di aree verdi e piste ciclabili.
I progetti dovranno essere basati su standard elevati di qualità ambientale attraverso l’indicazione di precisi obiettivi prestazionali degli edifici. Sarà assicurata la qualità architettonica degli interventi attraverso il ricorso a bandi e concorsi rivolti agli architetti.
Dalle semplificazioni saranno esclusi i centri storici e le aree sottoposte a vincolo paesaggistico, a meno che non ci sia una specifica autorizzazione della Soprintendenza.
Le Regioni dovranno redigere un censimento comunale degli edifici sfitti, non utilizzati o abbandonati esistenti, in cui si dovranno indicare caratteristiche e dimensioni degli immobili. L’obiettivo è quello di creare una banca dati attraverso la quale i Comuni potranno così verificare se le previsioni urbanistiche che comportano consumo di suolo inedificato potranno invece essere soddisfatte recuperando gli immobili individuati.
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