Le scuole del futuro saranno caratterizzate da spazi pedagogici e architetture progettate secondo la sostenibilità energetica, economica e ambientale. Questa la sintesi del convegno ‘#ScuoleInnovative: progettiamo la scuola del futuro’ che si è tenuto alla Casa dell’Architettura di Roma, organizzato da ItaliaSicura/Scuole, la Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio, e dall’Ordine degli Architetti di Roma (OAR).
Questo convegno, indetto per favorire il dialogo tra istituzioni, architetti e addetti ai lavori, approfondiva il Concorso #ScuoleInnovative previsto dalla Legge Buona Scuola (107/2015), che prevede fondi per 350 milioni di euro.
Scuole innovative: quali sono i criteri da rispettare
Argomento principe del convegno è stata la scuola del futuro: i criteri da rispettare, le funzioni da valorizzare nella progettazione degli istituti scolastici di nuova generazione e come dovranno essere costruite le prime 52 scuole innovative che sorgeranno in tutta Italia.
Laura Galimberti, coordinatrice di ItaliaSicura/Scuole, ha evidenziato che le prime 52 scuole del concorso saranno esempi da cui partire per disegnare un nuovo modello di scuola in Italia.
L’obiettivo sarà quindi quello di creare dei ‘civic center’, elementi di dialogo tra la periferia e la città, “luoghi in cui l’insegnamento e la qualità dell’apprendimento tornano al primo posto”.
Patrizia Colletta, Presidente del Dipartimento “Progetto sostenibile ed efficienza energetica” OAR, ha evidenziato i criteri che andranno applicati nella progettazione delle scuole del futuro come: “la sostenibilità energetica, economica e ambientale, la sicurezza statica in particolare per il rischio sismico, il benessere indoor e outdoor, le esternalità e il costo del ciclo di vita, la manutenibilità degli edifici scolastici, gli aspetti pedagogici e la didattica innovativa, l’inclusione e la connessione con il contesto urbano, la domotica, il consumo zero delle risorse non rinnovabili, riuso e riciclo”.
Scuole innovative: il concorso
Patrizia Colletta ha evidenziato come il concorso internazionale #ScuoleInnovative sia “la migliore opportunità per approfondire le buone pratiche progettuali e normative attraverso lo strumento del concorso di progettazione, come prevede anche il nuovo Codice degli Appalti.”
Secondo la Colletta “la modalità di espletamento della procedura del concorso internazionale di idee accoglie una richiesta che da molti anni avanzano gli architetti; garantisce infatti una sana competizione sulla professionalità e sulla trasparenza e premia il merito e le capacità dei professionisti.”
“Questa grande occasione di progettazione va utilizzata sino in fondo” ha aggiunto Patrizia Colletta, “facendo diventare il tema della progettazione delle scuole il vero grande motore della riqualificazione e rigenerazione della città, l’elemento propulsore per combattere il degrado e l’incuria delle nostre periferie. Insomma si tratta di mettere a fattor comune progetti di scala più ampia, pensando al riuso e alla riqualificazione di “pezzi” di città, coordinando progetti, programmi e risorse pubbliche e private”.
Il Consiglio Nazionale degli Architetti ha fortemente apprezzato l’iniziativa #ScuoleInnovative, che rappresenta un’azione importante per la promozione del concorso di architettura.
Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, ha aggiunto: “Bisogna promuovere i concorsi di progettazione, e non solo di idee come prevede il bando per le #ScuoleInnovative, ed affidare al vincitore del concorso tutti e tre i livelli della progettazione perché questo farebbe compiere quel vero salto di qualità al settore delle opere pubbliche del nostro Paese che assicuri finalmente ai cittadini opere utili ed anche belle”.
“Tutto ciò nella consapevolezza che la qualità dell’architettura rappresenti l’elemento imprescindibile di tutti i processi di trasformazione del territorio ancor di più quando il promotore delle trasformazioni è un soggetto pubblico che, oltretutto, ha il compito di rappresentare un punto di riferimento anche per i soggetti privati” ha concluso Cappochin.
Le scuole innovative in Italia
La Galimberti ha dichiarato: “l’operazione è stata resa possibile grazie all’attenzione del Governo verso il tema della riqualificazione del patrimonio immobiliare scolastico, che va oltre la messa in sicurezza degli edifici esistenti e punta al futuro e alla collaborazione fattiva degli Enti locali, Comuni e Province, nonché dell’INAIL, che ancora una volta torna ad investire sul Paese”.
“I relatori hanno raccontato le scuole innovative che oggi già esistono e che sono il motore per continuare la rivoluzione culturale che deve interessare tutto il Paese. Perché è nelle scuole che si progetta il nostro futuro” ha concluso Galimberti.
Durante la giornata infatti, sono stati presentate delle scuole innovative già edificate: casi di studio come le nuove scuole di Corviale (Roma), di Cernusco sul Naviglio (Milano), di Pieve di Coriano (MN), l’Istituto comprensivo di Faenza (RA).
Altro esempio, l’ asilo di Guastalla (RE), si distingue per gli elementi propriamente architettonici come la forma degli interni, la loro organizzazione, la scelta dei materiali, i colori, le sonorità e le suggestioni tattili, tutti concepiti tenendo conto degli aspetti pedagogici collegati alla crescita del bambino.
La scuola primaria di Montecarotto (Ancona) intende dialogare con il territorio circostante costruendo un rapporto visivo e fisico capace di stimolare negli studenti un forte senso di appartenenza al loro territorio.
La scuola Hannah Arendt di Bolzano è la prima scuola “ipogea”, in contrapposizione urbanistica e concettuale ai grattacieli e alla loro verticalità invasiva.
Il nido comunale di Frascati (Roma) è stato progettato, in collaborazione con pedagogisti, seguendo i criteri maturati nella più avanzata scuola pedagogica italiana, con una ricca dotazione di spazi comuni, laboratori e un giardino.
Il Liceo Ariosto di Ferrara è stato concepito come un grande padiglione inserito in un’area verde, in cui l’organizzazione degli spazi è fortemente integrata tra aule e spazi comuni.
Questi sono solo i primi esempi virtuosi, con le nuove 52 scuole si inizierà a cambiare gli edifici scolastici per promuovere non solo un nuovo modo di edificare, ma anche di educare.
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