L’idea dei progettisti: una casa-studio
Situata nei pressi del mare antistante la cittadina di Riccione, questa particolare abitazione ricorda per forme e materiali una nave che solca la quotidianità, ricca di fascino e di stupore, che infine approda in un porto molto personale.
I progettisti, Stefania Andreetto e Franco Rattini, hanno pensato a una casa che fosse allo stesso tempo anche uno studio.
Un luogo che potesse accogliere gli amici quando necessario, ma anche rappresentare un rifugio intimo e tranquillo per i suoi abitanti.
Materiali e arredi
Alcuni dei materiali e dei rivestimenti utilizzati sono solitamente indicati per l’esterno: una scelta precisa che rende, ad esempio, l’ampio ingresso un vero punto d’arrivo, una piazza in cui incontrarsi e sostare in conversazione.
A lato dell’ingresso si trova il salottino, un luogo privato, dove gli arredi sono in pelle, materiale che diventa parte integrante della struttura.
Una pelle da toccare e da vivere tutti i giorni, che acquista valore con il tempo e con l’usura.
Suggestivo e perfettamente coerente con il resto dell’abitazione, l’utilizzo del teak per il rivestimento della terrazza.
L’affaccio sul mare
L’affaccio di questa stanza sulle ampie verande permette alla luce naturale di inondare l’ambiente e di godere appieno del paesaggio marino esterno.
Anche in cucina e nella zona pranzo il rapporto con l’esterno è particolarmente importante ed è sottolineato dalle grandi vetrate che incorniciano il tavolo da pranzo. La cucina, pratica e funzionale, è allo stesso tempo un abbraccio caldo e accogliente.
Il soppalco: come il ponte di una nave
Sovrasta l’ambiente l’ampio soppalco aperto su due lati che attraversa il soggiorno.
La struttura ricorda il ponte di una nave e da cui ci si può sporgere per “prendere aria”.
Al soppalco si accede tramite una scala dalla struttura leggera che al primo sguardo appare morbida e flessuosa, sospesa da un sottile filo d’acciaio.
Imponente svetta al centro dell’ingresso da cui si parte per raggiungere il cuore della casa e la zona più intima e privata.
La copertura a botte: come la carena di una nave
La copertura di un edificio, dice il famoso architetto Mario Botta, è il «momento più emozionante della fase cantieristica». La struttura aperta al mondo mette il “cappello” e si chiude in sé.
In questa abitazione il soffitto a botte con le enormi travi a vista sovrasta uno spazio adibito a studio-laboratorio che è anche un rifugio in cui ritirarsi a pensare e a creare.
Infine, la zona più interna ospita l’alcova, intima e minimale, al limite dell’essenziale, oltre che scrigno di ricordi dei proprietari.
L’esclusiva localizzazione dell’attico, sospeso tra cielo e terra, inevitabilmente crea un legame a doppio senso con l’ambiente esterno visto dall’alto e con il cielo visto dal basso.
Questo rapporto è espresso al meglio proprio attraverso la ricercata scelta formale della volta a botte realizzata pensando alla carena di un’imbarcazione che galleggia sul mare.
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